16 aprile 2018

SONO UNA VOLONTARIA….

SONO UNA VOLONTARIA….

La mia avventura è cominciata un giorno di dicembre.

Il Natale si avvicinava ed io ero in cerca di un regalo da fare alle mie amiche.

Volevo trovare qualcosa che non fosse banale, che non fosse superfluo, ma che soprattutto avesse un senso.

Deve essere stata una buona stella a guidarmi, infatti la strada che si è aperta improvvisamente nella mia mente è stata quella del canile di S. Piero.

Altrettanto magicamente, si è delineato nella mia testa un entusiasmante progetto.

Avrei fatto una donazione alle mie amiche e realizzato dei biglietti di auguri con le foto degli ospiti della struttura. Avrei scritto sotto: “Ci dispiace….ma quest’anno il tuo regalo di Natale….ce lo siamo beccato noi!”. E lo avrei completato con tutti i loro nomi.

Ebbene sì….

Sono stati proprio quei nomi che ho letto scritti in fila sulla porta di ogni box, corredati da una presunta data di nascita e dalla data invece certa del loro ingresso in canile.

Sono stati quei musetti curiosi attaccati con il naso alla grata.

Sono stati quegli occhi imploranti, colmi di tenerezza e di amore, a compiere il miracolo di Natale.

Sono diventata una volontaria.

Li ho subito amati. Tutti. Indistintamente. Ho imparato a conoscere il loro carattere, a immaginare la loro storia, a percepire la loro forza e le loro debolezze. Ho riconosciuto le loro enormi paure derivate da ciò che hanno vissuto e da ciò che hanno subito.

Mi sono meravigliata di fronte ai loro progressi nell’imparare a fidarsi di nuovo di qualcuno.

Ho memorizzato i nomi che gli sono stati assegnati al loro arrivo. Diversi da quelli con i quali erano abituati a sentirsi chiamare. Eppure imparano in fretta a capire che qualcuno li sta chiamando. Perché imparano in fretta ad amare chi li sta chiamando di nuovo.

Ho pianto nel riconoscere la loro voglia di crederci ancora, in una coda che scodinzola timidamente.

Ho infinitamente ammirato gli “angeli custodi” che tenacemente si prendono cura di loro da tanti anni. Sporchi di fango, bagnati di pioggia, infreddoliti d’inverno e sudati d’estate. Pazienti, amorevoli, instancabili. Armati di una sola grande speranza: trovare una famiglia disposta ad accogliere i nostri adorati “trovatelli”.

Sono una volontaria.

Con il cuore che si spezza ogni volta che c’è un nuovo entrato.

Con il cuore gonfio di commozione e di gioia quando qualcuno trova una nuova casa.

Con la sensazione frustrante di aver fallito, quando i nostri “vecchietti” terminano i loro giorni senza aver vissuto la vita fuori da un box.

Sono una volontaria.

Che non si stancherà mai di raccontare la propria esperienza, nella speranza di sensibilizzare soprattutto i ragazzi, arrivando al loro cuore.

E’ proprio a loro che rivolgo la mia preghiera, affinché diventino un esempio di civiltà e di rispetto contro i soprusi ed i maltrattamenti. Che siano pronti a lottare contro l’indifferenza, che come dico sempre…..è la più crudele….tra le crudeltà.

Beatrice Bensi

La mia avventura è cominciata un giorno di dicembre.

Il Natale si avvicinava ed io ero in cerca di un regalo da fare alle mie amiche.

Volevo trovare qualcosa che non fosse banale, che non fosse superfluo, ma che soprattutto avesse un senso.

Deve essere stata una buona stella a guidarmi, infatti la strada che si è aperta improvvisamente nella mia mente è stata quella del canile di S. Piero.

Altrettanto magicamente, si è delineato nella mia testa un entusiasmante progetto.

Avrei fatto una donazione alle mie amiche e realizzato dei biglietti di auguri con le foto degli ospiti della struttura. Avrei scritto sotto: “Ci dispiace….ma quest’anno il tuo regalo di Natale….ce lo siamo beccato noi!”. E lo avrei completato con tutti i loro nomi.

Ebbene sì….

Sono stati proprio quei nomi che ho letto scritti in fila sulla porta di ogni box, corredati da una presunta data di nascita e dalla data invece certa del loro ingresso in canile.

Sono stati quei musetti curiosi attaccati con il naso alla grata.

Sono stati quegli occhi imploranti, colmi di tenerezza e di amore, a compiere il miracolo di Natale.

Sono diventata una volontaria.

Li ho subito amati. Tutti. Indistintamente. Ho imparato a conoscere il loro carattere, a immaginare la loro storia, a percepire la loro forza e le loro debolezze. Ho riconosciuto le loro enormi paure derivate da ciò che hanno vissuto e da ciò che hanno subito.

Mi sono meravigliata di fronte ai loro progressi nell’imparare a fidarsi di nuovo di qualcuno.

Ho memorizzato i nomi che gli sono stati assegnati al loro arrivo. Diversi da quelli con i quali erano abituati a sentirsi chiamare. Eppure imparano in fretta a capire che qualcuno li sta chiamando. Perché imparano in fretta ad amare chi li sta chiamando di nuovo.

Ho pianto nel riconoscere la loro voglia di crederci ancora, in una coda che scodinzola timidamente.

Ho infinitamente ammirato gli “angeli custodi” che tenacemente si prendono cura di loro da tanti anni. Sporchi di fango, bagnati di pioggia, infreddoliti d’inverno e sudati d’estate. Pazienti, amorevoli, instancabili. Armati di una sola grande speranza: trovare una famiglia disposta ad accogliere i nostri adorati “trovatelli”.

Sono una volontaria.

Con il cuore che si spezza ogni volta che c’è un nuovo entrato.

Con il cuore gonfio di commozione e di gioia quando qualcuno trova una nuova casa.

Con la sensazione frustrante di aver fallito, quando i nostri “vecchietti” terminano i loro giorni senza aver vissuto la vita fuori da un box.

Sono una volontaria.

Che non si stancherà mai di raccontare la propria esperienza, nella speranza di sensibilizzare soprattutto i ragazzi, arrivando al loro cuore.

E’ proprio a loro che rivolgo la mia preghiera, affinché diventino un esempio di civiltà e di rispetto contro i soprusi ed i maltrattamenti. Che siano pronti a lottare contro l’indifferenza, che come dico sempre…..è la più crudele….tra le crudeltà.

Beatrice Bensi

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