1 settembre 2016

PROGETTO “RIEDUCHIAMO”

PROGETTO “RIEDUCHIAMO

PROG 2

PREMESSA

Il Canile Intercomunale di San Piero può ospitare fino a 20 soggetti, ognuno dei quali ha una propria personalità, riferendoci con questo termine al riassunto delle tendenze comportamentali che fotografano le caratteristiche stabili nel tempo e nelle differenti situazioni di quell'individuo (Gosling 1998), nonché il comportamento determinato dalla psiche dello stesso (Funder e Colvin 1991). Alla luce di questa affermazione, sembra essere di grande utilità (soprattutto ai fini delle adozioni) effettuare una valutazione della personalità dei cani ospitati per mezzo di metodologie etologiche. La determinazione della personalità aiuta a comprendere quale può essere il giusto contesto per quel cane, se adottabile, o a comprendere qual è la terapia comportamentale più adatta per quel cane, se non adottabile (nel caso in cui debba essere rieducato).

Daremo poi grande importanza alla promozione dei rapporti inter ed intra specifici. Infatti, i cani sono animali sociali, con un’elevata comunicatività intra- e inter-specifica, una forte motivazione all’esplorazione e una necessità di movimento. Vivere in canile significa spesso isolamento dai conspecifici, carenza di contatti con gli esseri umani e mancanza di controllo sull’ambiente (Beerda et al., 1997). Tutto questo può determinare un impoverimento del benessere del cane, che può manifestarsi associato a comportamenti stereotipati o anormali (Stephen e Ledger,2006). Quest’ultimo aspetto ha un’enorme influenza sulle persone che si recano al canile e può diminuire la possibilità di adozione e allungare quindi la permanenza dell’animale nella struttura. È dimostrato che una condizione di restrizione spaziale e sociale, come quella presente in un canile, possa essere una delle forme più estreme di isolamento in cui un cane domestico possa incorrere (Hennessy et al., 1997). Il cane inizia la sua permanenza in un ambiente che, per quanto rispondente alle norme previste dalle diverse legislazioni nazionali e locali, è una possibile fonte di stress per diverse cause: un ambiente nuovo, sul quale il soggetto non ha alcuna capacità di controllo (Coppola et al., 2006/a) e spesso con minime possibilità di socializzazione, sia con i conspecifici, che con le persone (Hennessy et al., 2001). Inoltre il cane può aver appena subito un trauma come l’abbandono (Hennessy et al., 1998), piuttosto che la cattura, la manipolazione e la contenzione da parte di persone estranee, se randagio; se è stato conferito, invece, vive l’esperienza della separazione dalle figure di attaccamento, considerata come uno dei più potenti promotori di stress, capace da sola di indurre profondi cambiamenti fisiologici e comportamentali (Beerda et al.,1998; Fallani et al., 2007; Hennessy et al., 1997; Stephen e Ledger, 2006). Tuttavia, per una specie sociale come il cane, la scarsità di relazioni intra- e inter- specifiche sono le cause maggiormente implicate nell’insorgenza di stress e nella minore capacità di adattamento all’ambiente del canile (De Palma et al., 2005; Valsecchi et al., 2002, come riportato da Valsecchi et al. 2007; Wells e Hepper, 1992). Secondo alcuni Autori sarebbe la scarsità di relazioni interspecifiche ad avere maggiori ripercussioni sul benessere dell’animale (Hennessy et al., 1997 e 2001) e sebbene i cani in canile siano confinati in un ambiente controllato dall’uomo, l’interazione con questo è spesso molto limitata (Hubrecht et al., 2002). Oltre che apportare benefici al benessere dell’animale, si è visto che aumentare le interazioni intra- e interspecifiche ha determinato un aumento piuttosto significativo delle adozioni nei canili (Tuber et al., 1996; Wells e Hepper, 2000; Hennessy et al ., 1998 e 2002; Normando et al., 2010).

Gli affidi, poi, sono un aspetto molto critico per un rifugio: il comportamento del cane in canile influenza profondamente i visitatori e i potenziali futuri padroni dei cani. Alcuni fattori correlati all’animale, quali la razza, la taglia e il colore del mantello, influiscono sulla scelta del cane, ma senz’altro è dal modo in cui questo si mostra al primo incontro che le persone decidono o meno se adottarlo. Queste ultime sono maggiormente interessate a cani che trascorrono la maggior parte del tempo nella porzione frontale del box, che siano tranquilli, ma allo stesso tempo che interagiscano sia con loro che con l’ambiente circostante, in modo amichevole (Wells e Hepper, 2000). Per questi motivi ci impegneremo in un lavoro di educazione condotto su uno/due soggetti alla volta, ai quali verrà insegnata l’educazione di base (seduto, terra, condotta al guinzaglio, richiamo) e che saranno promossi tramite i social gestiti dai volontari ENPA con materiale multimediale che ci impegneremo a fornire.

OBIETTIVI

 

Il fine ultimo del progetto RIEDUCHIAMO è quello di PROMUOVERE L’IDA (indice di adozioni) DEI CANI OSPITATI PRESSO IL CANILE INTERCOMUNALE DI SAN PIERO, articolandolo nel seguente modo:

1. Valutazione e creazione di schede cliniche e di adottabilità per ogni cane ospitato nella struttura

2. Controllo box: spostare cani normocomportamentali nei box più visibili e quelli con problemi comportamentali nelle gabbie più protette

3. Promozione delle adozioni con video e foto riguardanti i progressi fatti dai cani soggetti del progetto che verranno pubblicati sui social gestiti dai volontari ENPA

4. Relazione finale con storia clinica e percorso educativo per quei cani che saranno soggetti attivi nel progetto, con consigli utili per gli adottanti.

5. Controllo pre e post affido per evitare ritorni in canile

6. Organizzazione eventi all’interno della struttura

Attraverso un lavoro incentrato sui seguenti punti:

- RELAZIONI INTERSPECIFICHE (socievolezza con l’uomo): una buona socievolezza con l’uomo in termini di piacevolezza nello stare nelle situazioni sociali. Focus del lavoro sarà il dare al cane tutti gli strumenti per sapersi approcciare e comportare correttamente con le persone e renderlo fiducioso e aperto al contatto.

- RELAZIONI INTRASPECIFICHE (socializzazione con altri cani): i cani che hanno difficoltà in questo senso verranno aiutati nel superare al meglio l’incontro con altri cani in termini di comunicazione e competenze relazionali.

- CONDUZIONE AL GUINZAGLIO E COMANDI DI CONTROLLO: indispensabile far conoscere al cane le “regole” e offrirgli gli strumenti per vivere in armonia con l’uomo. Per i cani coinvolti nel progetto, il saper andare al guinzaglio educatamente ed il conoscere l’educazione di base è parte integrante del programma ed influisce in modo significativo sulla sua adozione.

- LAVORO SULLA CALMA: dedicato a quei cani che dimostrano un’attivazione emozionale alta, sia dentro che fuori dal box. Un soggetto equilibrato deve avere nel suo bagaglio di conoscenze prima di tutto quella riferita alla calma, che permette di mettere in atto comportamenti riflessivi e di raggiungere una buona integrazione sia in famiglia che in società.

 

DESTINATARI

Il progetto riguarderà tutti gli ospiti del Canile Intercomunale di San Piero, lavorando con uno o due soggetti alla volta; in seguito alla loro adozione, sarà il turno di altri cani.

PROPONENTI IL PROGETTO

Sara Ghezzi:

• Socia ENPA e volontaria attiva del Canile Intercomunale di San Piero

• Corso educatore cinofilo presso SIUA (Scuola Interazione Uomo Animale) 2015/2016

• Esperienza pratica nel campo dell’educazione cinofila

Sara Tulli:

• Socia ENPA e volontaria attiva del Canile Intercomunale di San Piero

• Diploma nazionale conferito da CSEN in data 09/02/2016 di operatore e coadiutore del cane in Pet Therapy

• Corso riconosciuto da CSEN per conseguire la qualifica di educatore cinofilo iniziato a settembre 2016

PARTECIPANTI

- Sara Ghezzi, volontaria ENPA

- Sara Tulli, volontaria ENPA

- Volontari ENPA impegnati attivamente nella gestione del canile

- Dottoressa Maruska Fossi, medico veterinario (iscrizione albo AR n°214) esperto in comportamento animale con master II livello, conseguito all’Università degli Studi di Parma e direttore sanitario del canile intercomunale di San Piero (contatti: tel. 0575536452 e-mail: maruska.fossi@alice.it)

 

ORGANIZZAZIONE DEGLI INCONTRI

 

Un incontro a settimana, indicativamente il mercoledì, dalle 15 alle 17.

 

DURATA E RESTITUZIONI

 

Il progetto nasce sperando in un continuum, che possa diventare parte integrante del lavoro svolto in canile. Il primo follow up è fissato dopo 12 sessioni di lavoro, quindi indicativamente a metà febbraio e gli obiettivi raggiunti saranno:

1. Valutazione e creazione di schede cliniche e di adottabilità secondo l’IDA per ogni cane ospitato nella struttura

2. Controllo box: spostare cani normocomportamentali nei box più visibili e quelli con problemi comportamentali nelle gabbie più protette

3. Promozione delle adozioni con video e foto riguardanti i progressi fatti dai cani soggetti del progetto che verranno pubblicati sui social gestiti dai volontari ENPA

 

PROPOSTE FUTURE

 Molte volte lo stesso cane assume comportamenti diversi nel contesto canile e nel contesto urbano; a ragione di ciò, ci sembra importante poter portare il cane fuori per fargli conoscere il “mondo degli uomini” e per poter valutare e lavorare su eventuali problemi riscontrati. È importante la socializzazione con la macchina e con il contesto cittadino; alcune delle uscite in ambienti urbani saranno mirate a fornire al cane le giuste competenze per affrontare certe situazioni e la sicurezza necessaria per sentirsi a proprio agio.

 

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